La proposta dell’Ordine ai rappresentanti dell’Ente
per favorire l’architettura contemporanea nel sito naturalistico
CATANIA – «Il prossimo lavoro all’interno del Parco dell’Etna potrebbe essere realizzato attraverso un concorso internazionale di idee. Un punto base per l’escursionismo o il recupero della restante parte dell’ex Monastero dei Benedettini di San Nicolò La Rena a Nicolosi – che oggi ospita gli uffici dell’Ente – potrebbero nascere, ad esempio, da progetti di architettura contemporanea integrata con equilibrio al paesaggio naturalistico del vulcano. Il tutto, attraverso materiali a chilometro zero provenienti dalle nostre risorse, che ridurrebbero nella quasi totalità l’impatto ambientale, in linea con il protocollo di Kyoto». Questa la proposta avanzata dal presidente dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Catania Luigi Longhitano, ai rappresentanti del Parco dell’Etna, durante l’incontro tenutosi questa mattina, giovedì 3 giugno, presso la sede dell’Ente.
«Poter valorizzare il patrimonio paesaggistico del Parco, che oggi si estende per 59mila ettari, attraverso un modernità architettonica sensibile sarebbe un punto di svolta per riorganizzare il territorio». Questa la risposta sopraggiunta dal Commissario straordinario del Parco Ettore Foti che si è mostrato disponibile a una sinergia con l’Ordine, con l’intento di trovare una formula innovativa per incentivare lavori e iniziative eco-compatibili.
Al confronto fra le due istituzioni erano presenti anche il segretario degli Architetti Angelo Buccheri, il presidente della Fondazione Carlotta Reitano, il direttore del Dipartimento di architettura contemporanea dell’Ordine Michele Marchese, e Salvo Borzì in rappresentanza degli architetti junior. Per il Parco dell’Etna sono intervenuti: il presidente del Comitato tecnico-scientifico Marisa Vinciguerra, il Sovrintendente tecnico Giuseppe Di Paola e il dirigente per i lavori pubblici Agata Puglisi.
Il Parco dell’Etna, inoltre, è stata la cornice ideale per concludere, nello stesso pomeriggio, il ciclo di seminari “Architettura Naturale. Colloqui Progetti Materiali”, promosso dalla Fondazione in collaborazione con Anab (Associazione nazionale architettura bioecologica).
Se nell’immaginario collettivo la casa del futuro è ipertecnologica, «il messaggio che si vuole trasmettere attraverso questo evento e la mostra di prodotti certificati per la bioedilizia che oggi inauguriamo – ha affermato il presidente Reitano – è di immaginare le nostre nuove abitazioni anche biologicamente costruite. Oggi esistono sul mercato prodotti edili estratti con basso impatto ambientale, che non contengono sostanze pericolose e inquinanti, e che hanno lo stesso rendimento, se non migliore, dei prodotti tradizionali».
Al tavolo dei relatori erano presenti Marcello Parisi della Giunta nazionale Anab, gli architetti Giuseppe Palanga, Angelo e Deborah Di Liberto, il vicepresidente della Fondazione Maria Grazia Cammisa, l’ingegnere Vincenzo La Manna, e l’architetto Alessandro Fassi.
La mostra di prodotti certificati per la bioedilizia sarà visitabile fino al 9 giugno tutti i giorni dalle 9 alle 13, e il mercoledì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18.