Category Archives: rifiuti

Rifiuti particolari: ecco come smaltirli nel modo corretto

Nonostante ormai la raccolta differenziata dei rifiuti abbia per fortuna preso piede in tutto il nostro Paese, tuttavia molti cittadini continuano a non sapere come smaltire correttamente alcuni rifiuti. E’ quanto emerge dal comunicato stampa diffuso dall’Associazione Web E-Green, agenzia specializzata in analisi dei dati web ed una serie di altri servizi quali e-commerce agency Se da una parte è molto facile comprendere dove gettare la plastica, la carta e il cartone, il vetro e i metalli e i rifiuti organici, dall’altra pare persista una certa ignoranza circa alcuni rifiuti e la loro giusta collocazione nei cassonetti. In questa piccola guida quindi, cercheremo di fare luce sul corretto smaltimento di alcuni rifiuti particolari (e per ‘particolari’ intendiamo quelli che, per materiale di cui si compongono, non sono facilmente collocabili). Premesso che ogni comune prevede un suo sistema di raccolta di rifiuti, quindi il consiglio è sempre quello di informarsi bene circa le direttive di smaltimento della propria città (che sono solitamente ben specificate sul sito ufficiale del comune my business e anche sugli stessi cassonetti). Incominciamo con le vaschette per alimenti in polistirolo: si tratta di un rifiuto che, dopo essere stato opportunamente ripulito da qualunque residuo alimentare, va buttato nella plastica.

I cartoni del latte (ma con lo stesso tipo di materiale si fabbricano anche i contenitori per i succhi di frutta e legumi), vanno buttati nella carta e cartone, in quanto si tratta di un materiale misto carta e alluminio – per questo tipo di rifiuto però, bisogna informarsi bene presso il proprio comune, poiché ancora non tutti hanno predisposto uno smaltimento adeguato. In quel caso, va buttato nell’indifferenziata). I tappi di sughero: ecco un altro materiale ‘ambiguo’. Dove va buttato il sughero? Trattandosi di un materiale naturale (si ricava dalla corteccia della quercia da sughero), la collocazione più corretta è nell’umido. Ma anche in questo caso, bisogna informarsi bene circa le modalità di smaltimento rifiuti del proprio comune, in quanto talvolta può capitare invece di doverlo buttare negli appositi cassonetti del legno posti all’interno delle Isole Ecologiche. Passiamo ora alle pile: trattandosi di un oggetto considerato altamente inquinante, vengono predisposti dei contenitori appositi, posti solitamente fuori dai centri commerciali o dai supermercati. Non resta che individuare i giusti contenitori e fare il proprio dovere di cittadini che hanno a cuore l’ambiente.

La Tares diventa un problema per le imprese

Purtroppo in Umbria la situazione Tares non è molto positiva, stiamo parlando della tassa sullo smaltimento dei rifiuti urbani entrata in vigore in questi ultimi mesi. La sua entrata in vigore non sta facendo altro che registrare aumenti davvero elevati delle tariffe rispetto al passato.

A questo punto le imprese sono seriamente preoccupate, visto che il rischio incredibile è di dover pagare la tassa per lo smaltimento dei rifiuti urbani anche se la maggior parte di queste aziende, genera degli scarti che non vanno assolutamente a finire nel ciclo della nettezza urbana comune, perché devono avere uno smaltimento speciale.

Il Direttore dalla CNA Umbria, ha deciso di inviare ai sindaci della regione, alcune idee per modificare la metodologia di calcolo delle superfici assoggettabili al pagamento della Tares. Forse in questi casi il Governo avrebbe dovuto rendere note quali sono le tipologie di rifiuti che possono essere integrate nel pagamento della tares e quali no.

Proprio per questo motivo è necessario riuscire ad individuare con precisione le superfici aziendali tassabili, visto che producono rifiuti conferibili al servizio di smaltimento pubblico. Quindi perché non stabilire quali locali o quali aree entrano a far parte della regola dei rifiuti speciali non assimilati?

Il Governo per il momento ha semplicemente pensato di lanciare la proposta Tares senza pensare alle conseguenze e senza occuparsi di altre problematiche e direttive da rendere chiare. Attualmente la superficie viene calcolata forfettariamente e per la maggior parte delle aziende sarebbe davvero difficile riuscire a stabilire l’effettiva area dove si formano i rifiuti speciali e quella dove invece si formano i rifiuti urbani, sulla quale poi andare a conteggiata la tares.

Il caso Tares per i comuni e le imprese deve essere risolto al più presto con dei vantaggi che devono aiutare le aziende che pagano la tares per poi smistare i rifiuti da altre parti. Quale sarà la decisone finale del Governo? Verranno presi in considerazione queste ipotesi oppure no?

 

La pulizia in centro

La vivibilità di un centro abitato dipende da tanti fattori, come la gestione del traffico, la sicurezza, i servizi al cittadino, ma quel che più colpisce di primo acchito è il grado di pulizia: la sporcizia e le immondizie sparse un po’ ovunque non solo sono brutte da vedere ma costituiscono anche un rischio per la salute.

La responsabilità del livello di pulizia di una città si ripartisce equamente fra cittadini e amministratori. Gli abitanti devono mostrarsi responsabili nei confronti dell’ambiente, del decoro urbano e del prossimo, badando a non sporcare vie, piazze e giardini pubblici con cartacce, mozziconi e rifiuti vari (per non parlare di interi sacchetti della spazzatura buttati nei fossati o abbandonati agli angoli delle strade), ma l’amministrazione comunale, dal canto suo, deve rendere possibile e incoraggiare il retto comportamento degli amministrati in tre modi:


1) informando su cosa ci si aspetta dal buon cittadino, sui motivi per cui è necessario mantenere pulita la città e sulle sanzioni previste in caso di violazione;
2) dando il buon esempio con la pulizia delle strade e la manutenzione dei luoghi pubblici; 3) disseminando il territorio di cestini e cestoni portarifiuti (come, ad esempio, questi:
http://www.bellitalia.net/arredo-urbano-cestoni-portarifiuti/cestini/cestone-urano-99.html).

Un attento arredo urbano, infatti, non si deve fermare al mero abbellimento, ma deve provvedere a dotare la città di tutte quelle strutture utili, come le rastrelliere per biciclette (vedi http://www.bellitalia.net/arredo-urbano-portabiciclette.html), che agevolino i comportamenti virtuosi delle persone.

Piano regionale dei rifiuti: che fine ha fatto?

Di Piano Regionale dei Rifiuti Speciali (cioè prodotti dalle aziende) in Regione si continua purtroppo a non parlare, nonostante le rassicurazioni dell’assessore regionale all’Ambiente Maurizio Conte.
A febbraio l’assessore aveva promesso che la stesura della bozza del Piano sarebbe avvenuta entro Pasqua, e subito dopo il confronto con le parti interessate, riconoscendo l’importanza e la centralità di questo documento sia per rispondere alle reali esigenze del territorio, in vista dell’obiettivo dell’autosufficienza, sia per garantire una più mirata concorrenza tra le aziende interessate.
“Da Palazzo Balbi non è arrivato nulla, né la bozza, né la convocazione” lamenta l’avv. Cerruto, Presidente dell’Associazione Gestori Rifiuti. “Sono passati circa dieci anni da quando è stato introdotto l’obbligo di questo adempimento, essenziale anche in vista della riduzione delle quantità, dei volumi e della pericolosità dei rifiuti: non è più ammissibile rinviare ancora. La nostra Associazione ha già dato il proprio contributo mediante la stesura di un piano relativo ai rifiuti agricoli: ora ci aspettiamo che la Regione rispetti gli impegni presi e provveda in tempi rapidi a colmare questa lacuna.”
Nel frattempo i problemi si sommano.
Infatti, la Legge finanziaria regionale dello scorso anno ha stabilito che non potranno essere rilasciate nuove autorizzazioni agli impianti di trattamento dei rifiuti finché il Piano non sarà emanato, con conseguente blocco del settore. Va aggiunto che l’approvazione del Piano è condizione necessaria per accedere ai finanziamenti nazionali, e che con la recente riforma del Decreto n. 205/2010 è stato sancito l’obbligo per le Regioni di comunicare i propri Piani di gestione dei rifiuti al Ministero dell’Ambiente, il quale poi provvederà a trasmetterli alla Commissione Europea. L’ottemperanza a questo obbligo assume quindi una valenza non solo regionale, ma anche nazionale e addirittura europea.
I Piani di gestione dei rifiuti sono gli strumenti con cui viene definita la strategia dell’amministrazione regionale in materia: essi devono individuare, tra l’altro, tipo, quantità e fonte dei rifiuti prodotti all’interno del territorio; previa ricognizione dei sistemi di raccolta dei rifiuti e impianti di smaltimento e recupero esistenti, devono effettuare una valutazione della necessità di nuovi sistemi di raccolta, della chiusura degli impianti esistenti per i rifiuti, di ulteriori infrastrutture per gli impianti per i rifiuti in conformità del principio di autosufficienza e prossimità; ancora devono fissare i criteri per l’individuazione, da parte delle Province, delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti nonché per l’individuazione dei luoghi o impianti adatti allo smaltimento dei rifiuti; devono prevedere programmi di prevenzione della produzione dei rifiuti, in particolare di quelli biodegradabili.